Bakkano sarà un incontro di 3 giorni votato alla ricerca artistica in un luogo occupato, organizzato interamente attraverso la pratica dell’autogestione, in uno spazio all’aperto nei pressi di Bologna intorno a metà giugno. In quest’ottica auspichiamo la creazione di un’ecosistema dove le tradizionali distinzioni tra artist3, curatric3 e tecnich3 vengano rinegoziate, formando uno spazio ostile all’arroganza autoriale.
Con questa call bakkano si rivolge a chi accusa maggiormente l’ingessamento istituzionale proprio del mondo della cultura più canonico. Questo percorso nasce infatti da una collettiva sensazione di soffocamento causata da un panorama artistico cittadino rappresentato come creativo e dinamico ma che si rivela invece stantio, in quanto ormai completamente integrato entro logiche classiste votate al profitto, alla competizione e all’accaparramento individualista di capitale sociale.
Gli eventi culturali istituzionali, ammantati di estetica sottratta alle esperienze di autogestione a suon di sgomberi e normalizzazione sono strumento di consenso elettorale, dispositivi di valorizzazione turistica ed esclusione delle soggettività marginalizzate, a meno che queste soggettività non siano utili per spettacolarizzare processi di inclusione e di partecipazione fittizi, necessari all’immagine progressista così cara a questa amministrazione. Costosi concerti e diffusione di attività creative, fatte per intrattenere turisti in luoghi pacificati, gentrificati e presidiati dagli sbirri. Creativi pure loro, probabilmente. Di fatto, tali eventi riproducono stereotipi e logiche assistenzialiste e razziste, legittimando forme di gestione autoritaria dello spazio pubblico così come l’espulsione dell3 indesiderat3 dallo stesso.
Di fronte a istituzioni che provano a fagocitare pratiche, luoghi e linguaggi, riproponendoli in maniera goffa e rendendo di fatto impossibile l’aggregazione necessaria per creare dal basso, ci chiediamo come ci possiamo riappropriare di una sottocultura emancipata da queste dinamiche.