CALL ARTI PERFORMATIVE
In un’epoca storica in cui le arti performative sono funzionali alla creazione di consenso politico-istituzionale, anestetizzate dentro una logica mercificante che le svuota della loro potenzialità conflittuale, rivendichiamo uno spazio e un tempo liberi dall’iperproduttività e dall’immaginario egemonico eterocispatriarcale, coloniale, razzista, abilista e classista.
Sputiamo contro il potere della regia, dell’uomo solo al comando, rigurgito di un teatro autoritario ed esclusivo, specchio di un sistema estremamente competitivo che nega le alleanze possibili tra artiste e collettive. Opponiamo alla disciplina economica dei contenuti la radicalità dell’inciampo che fa accadere esperienze inedite e intreccia linguaggi – sottraendoli all’utilità del mercato-, la radicalità del non previsto che scardina i ruoli e si dipana nelle possibilità riottose dell’atto poetico.Opponiamo il bakkano dell’azione performativa autentica alla staticità di un teatro ammaestrato, provocatorio nel rappresentarsi ma strumento di preservazione delle gerarchie sociali e culturali. Vogliamo essere spina nel fianco per la borghesia annoiata che popola i teatri e si assolve di fronte a posture artistiche moderate e accomodanti, assimilate entro l’offerta d’intrattenimento stagionale.
Siamo alla ricerca di ciò che accade negli interstizi tra il teatro e la strada. Ci sentiamo complici di tutt3 quell3 che i teatri non li attraversano, ma si fanno attraversare e sono attraversat3 dalla vita.Vogliamo un teatro che liberi, che non riproduca forme vuote, ammantate di privilegi ed inutili all’esperienza profonda dell’incontro.Vogliamo co-costruire uno spazio dove le domande sul mondo, passato, presente, futuro, si facciano corpo e collettività e rituale di emancipazione.
Attraverso Bakkano, cerchiamo di intessere spazi laboratoriali dove il senso non è mai statico e dato da singol3 ma negoziato tra l3 partecipanti.
Bakkano si rivolge ad attrici, attoru, danzatrici, poet3, ibridatrici di linguaggi: scriveteci, cercateci, parliamoci!
A partire da queste tensioni, prediligiamo opere situate ai margini dei giri istituzionali.
La nostra immaginazione per questo evento viaggia nella dimensione della ricerca e non solo del risultato, perciò vorremmo incrociare proposte di studi di performance, percorsi in divenire, azioni teatrali, ecologiche e sensoriali, creazioni collettive, ecc.
Immaginiamo lo spazio significato anche da varie laboratorie per la condivisione di pratiche teatrali, della danza e delle arti circensi. Fatevi avanti!
In ogni caso, qualsiasi altra proposta contestuale all’evento è super accetta!
Il pubblico sarà chiamato ad interagire con le opere, ad interrogarsi sul suo sguardo. Non vogliamo la passività di chi guarda. Esprimetevi! Co-create! Riscopriamo la dimensione di destinatari3 dell’atto .
“Quali tempi sono questi, quando discorrere d’alberi è quasi un delitto perchè su troppe stragi comporta silenzio!”
Bertolt Brecht