
venerdì 20 Giugno un collettivo artistico-politico si è recato al Cierrebi di Via Marzabotto (Bologna). L’ex centro sportivo è in stato di abbandono da più di 5 anni e l’attuale azienda propietaria, la multinazionale spagnola GO fit, intende “riqualificare” (con un lessico caro a questa città) l’area radendo al suolo gran parte degli alberi presenti nella struttura, privatizzando, cementificando parte del terreno e facendo spazio ad una mega struttura rivolta all3 sportiv3 più agiat3.
Bakkano avrebbe dato inizio ad una TAZ artistica di più giorni, chiusura di un lungo percorso in cui ci si è spesi per intessere nuove relazioni con artist3 e spiriti affini. Il programma avrebbe incluso laboratori, performance, un cinema con proiezioni non stop e tanto altro, il tutto in uno spirito di autogestione e di predilizione per la spontaneità. Bakkano intendeva restituire alla comunità, anche solo per qualche giorno, uno spazio realmente pubblico,rendendolo di nuovo attraversabile e plasmabile dall’immaginazione collettiva.
La repressione è stata a nostro avviso rapidissima e spropositata. Siamo consapevoli di dover costruire nuove scelte strategiche. Non è più possibile affermare: “non ce l’aspettavamo”; ogni ingenuità cade davanti al feroce clima repressivo e alle leggi fasciste che lo sostengono. Le FDO si sono attivate da subito, intimando all3 occupanti che non si sarebbero fatti scrupoli ad utilizzare teaser e richiedendo documenti a chi cercava di avvicinarsi alla struttura, lasciando le prim3 occupanti di fatto isolat3. Dopo poche ore le FDO sono entrate, procedendo con l’identificazione e la denuncia di 18 persone, ricorrendo anche a spintoni e strattonamenti ai danni di una di loro.
Sono inoltre stati sequestrati impianto audio, generatori ed altra strumentazione su cui numerose realtà cittadine oltre a bakkano facevano affidamento per le loro iniziative, amplificando lo stato di precarietà permanente a cui sono costrette. (Ci stiamo attivando con vari3 solidali per sopperire alla mancanza di questo impianto storico, non disperiamo!)
Pres3 da giorni di insicurezze e rabbia, abbiamo deciso che questa poteva essere l’occasione per ribadire la scala valoriale che ci orienta. La velocità e l’intensità con cui le forze dell’ordine hanno smantellato l’azione all’Ex Cierrebi evidenziano un clima di repressione generalizzato e dovrebbe essere un campanello d’allarme per capire come si muove la nuova questura di Bologna, legittimata dai nuovi decreti fascisti. L’antifona risulta chiara: non si intendono tollerare forme di aggregazione che non siano orientate alla creazione di profitto. Solo rimanendo nella sfera cittadina, in contemporanea all’ azione al Cierrebi, 10.000 lavorator3 occupavano la tangenziale e ora rischiano il carcere poiché è stato applicato il nuovo DDL Sicurezza in materia di blocchi stradali. Il clima si sta facendo sempre più asfissiante mentre l’apparato repressivo cerca di disgregare le lotte territoriali e nazionali.
L’amministrazione locale (democratica, progressista, green, rigeneratrice, condivisa, innovatrice) con il sorriso sulle labbra è riuscita in questi anni a radere al suolo tutti i luoghi di incontro che rendevano questo territorio un laboratorio politico ed espressivo. È riuscita ad estirpare le comunità più attive costringendo tutte le organizzazioni spontanee ad inscatolarsi dentro norme devitalizzanti ed accomondanti rispetto allo stato delle cose. Le istituzioni tentano goffamente di riassorbire ed addomesticare pratiche, rivendicando creatività e processi orizzontali in un grottesco spettacolo di social-washing, in cui con una mano si sgombera, mentre con l’altra si celebra inclusività e partecipazione.
Bakkano si muove a partire da questa situazione critica e rivendica la necessità di creare dal basso in maniera genuina e spontanea, sottolineando la portata politica di questo processo. Ribadiamo quindi il bisogno di creare spazi di autogestione anche con lo scopo di instaurare mutualismo tra individui e realtà che non riuscirebbero a ritagliarsi uno spazio altrove. La volontà dell’amministrazione di disintegrare in maniera programmatica ogni forma di vita o aggregazione non conforme è sintomo di un morbo fascista ben più esteso che sta portando avanti una vera e propria lotta agli immaginari altri. In questo senso, dare vita a una TAZ artistica significa sospendere la quotidianità individualista in cui viene normalizzato un ciclo produttivo guerrafondaio e altamente repressivo. Sentiamo l’urgenza di cospirare e creare narrazioni collettive, non come ripiego e alienazione da una realtà distopica, ma come strumento per affrontarla e come rimedio al nichilismo che tenta di imporci. Continueremo a batterci per valorizzare forme espressive antagoniste, slegate da logiche di profitto e che non siano portatrici di gentrificazione o altre manifestazioni di classismo.
Vi aggiorneremo presto, vogliamo cogliere questa occasione mancata per continuare a mappare realtà affini e complici: continuate a scriverci via mail con progetti e proposte per incontri futuri,
baciotti bakkanici.